Cronaca

25 aprile Novara: quando la Liberazione è ancora polemica

Ennesimo blitz notturno compiuto dai giovani della destra novarese in città. Questa volta, bersaglio della loro azione sono stati i partigiani e la ricorrenza del 25 aprile

Dopo 67 anni, la ricorrenza del 25 aprile divide ancora gli italiani, e in questo caso i novaresi.

Nella notte tra martedì 24 e mercoledì 25 aprile, i giovani della destra novarese hanno messo in atto uno dei loro blitz notturni: alcuni militanti di Gioventù Italiana, movimento giovanile legato a La Destra, e di Gioventù della Fiamma, movimento di Fiamma Tricolore, hanno esposto alcuni voltanti in centro a Novara per ricordare alcuni crimini partigiani.

"Sono passati 67 anni dal 25 aprile 1945 - si legge in una nota stampa congiunta diffusa dai due movimenti giovanili - ma ancora la solita parte politica si autocelebra in questa giornata. Non è una festa condivisa e dunque non ci uniamo a chi oggi vuole insistere a fare dei partigiani degli eroi liberatori. E’ da sempre una festa di parte ma, nonostante il fervolino sui liberatori che torna puntuale ogni anno su tutti i canali di informazione, nonostante la censura sui crimini dei partigiani e nonostante una storia faziosa che ci vogliono ancora inculcare nelle scuole e che va riscritta e sottoposta ad un lucido riesame, i nostri sforzi si concentrano nel sensibilizzare gli italiani e soprattutto le nuove generazioni nel pensare con la propria testa e nell’informarsi sulle verità nascoste".

"Noi invochiamo una pacificazione nazionale da troppo rimandata - continua la nota - e finchè non sarà davvero la festa di tutti gli italiani, continueremo a considerarla una giornata di Lutto Nazionale, perché non ci vogliamo omologare a chi festeggia la sconfitta militare di una nazione. Siamo stufi di chi si ostina a voler detenere l’esclusiva del sangue versato, per noi non esistono morti di serie A e di serie B. Finchè non si supererà la guerra civile e non vi sarà una festa condivisa, ci proporremo come voce fuori dal coro ricordando come abbiamo fatto questa notte, i crimini di cui si sono macchiati questi paladini della libertà".

"Abbiamo esposto due volantini nel centro città - spiegano dai due movimenti - per rinfrescare la memoria dei cittadini e per attirare l’attenzione dell’opinione pubblica su questo argomento. Il primo ricorda Giuseppina Ghersi, la 13enne ritenuta una spia nazifascista, che fu rapita, imprigionata e torturata dai partigiani a Legino. Sotto gli occhi del padre venne seviziata insieme alla madre e infine uccisa. Il secondo esprime il nostro pensiero critico su Rosario Bentivegna, partigiano recentemente scomparso cui sono stati attribuiti onori discutibili. Infatti, fu lui uno degli autori dell’attentato di via Rasella nel quale morirono 33 soldati tedeschi. Non solo si sottrasse alle sue responsabilità mandando la città verso l’eccidio delle Fosse Ardeatine, ma con quell’azione  fece perdere la vita anche a un bambino, Pietro Zuccheretti. La nostra memoria va a lui, atra vittima innocente dei liberatori. Per noi Bentivegna non è un eroe ma un assassino".'anno>'italia>


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