Cronaca

Carburante low cost, scoperta maxi evasione dell'Iva: sequestrati 300 milioni

L'operazione Fuel Family è iniziata dopo un controllo a una pompa di benzina a Domodossola

Foto di repertorio

È partita da un controllo ad una pompa di benzia di Domodossola l'operazione "Fuel Family" che ha portato al sequestro di beni per circa 300 milioni di euro di Iva mai pagata e ad indagare otto persone  per associazione a delinquere, frode all’Iva e riciclaggio.

Da un'analisi di rischio dei prodotti energetici, infatti, il Nucleo di polizia economico-finanziaria di Verbania ha individuato a Domodossola un distributore di carburanti, che non faceva riferimento a nessun produtture del settore, coinvolto in un'evasione dell'Iva che ha portato alla condanna del titolare per utilizzo di fatture per operazioni inesistenti.

Da qui le verifiche si sono allargate su tutto il territorio nazionale permettendo alle fiamme gialle di individuare e smantellare un'organizzazione criminale che commercializzava prodotti energetici in Italia evadendo sistematicamente l'Iva.

Nella mattinata di oggi, martedì 26 marzo, gli uffici di Bologna, Napoli e Roma della Procura Europea nell'ambito dell'operazione "Fuel family", hanno dato esecuzione a diverse misure cautelari personali nei confronti di otto persone, inclusi i vertici del sodalizio, residenti a Roma, in Campania e in Emilia Romagna. Cinque degli otto indagati sono stati sottoposti agli arresti domiciliari, mentre tre sono destinatari dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Sono gravemente indiziati dei reati di associazione per delinquere, frode all’Iva e riciclaggio. Inoltre, a 59 persone e a 13 imprese sono stati sequestrati beni per circa 300 milioni di euro.

Il provvedimento è la conseguenza delle indagini effettuate dai militari delle fiamme gialle nei confronti di un’associazione per delinquere composta da almeno dieci persone, alcuni dei quali legati da vincoli familiari, con ramificazioni in Italia e all’estero, che hanno organizzato un'ingente frode all’Iva nel settore dei carburanti. 

Le attività investigative hanno permesso di scoprire la commercializzazione in Italia di carburante proveniente, principalmente, dalla Slovenia e dalla Croazia attraverso una filiera commerciale di 41 società "cartiere" con sedi in Campania e Lombardia, che hanno sistematicamente violato gli obblighi di dichiarazione e versamento dell’Iva. 

Secondo quanto emerso dalle indagini, al vertice della filiera c'era una società con sede a Rovigo e deposito fiscale a Magenta, in provincia di Milano, dove era destinata la maggior parte del prodotto.
Le società "cartiere" hanno evaso l'Iva per oltre 260 milioni in seguito all'emissione e all'utilizzo di fatture per operazioni inesistenti per un ammontare di oltre 1 miliardo di euro.
A questo va aggiunto il riciclaggio di proventi illeciti per un ammontare complessivo di oltre 35 milioni di euro, prima trasferiti sui conti correnti di società ungheresi e rumene, quindi monetizzati attraverso sistematici prelievi di denaro contante e infine consegnati ai promotori del sodalizio.

Grazie alla sistematica evasione dell’Iva, gli indagati hanno potuto applicare prezzi illecitamente concorrenziali ai clienti finali, ovvero ai distributori stradali, applicando un "sottocosto" sul prezzo di cessione.

L’operazione è stata condotta dai Nuclei di polizia economico-finanziaria di Verbania, Rovigo, Roma, Napoli e Caserta, in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata e con il II Gruppo Napoli.

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