Cronaca

Migranti, il Comune di Novara dice "stop" a ulteriori nuovi arrivi in città

Canelli: "Altri migranti? Non a Novara. Ora sta ad altri fare la propria parte"

Alcuni dei migranti ospitati in città che partecipano al "Progetto Profughi", che ricambiano l'ospitalità con servizi volontari di pubblica utilità

"Altri migranti? Non a Novara". E' questa la posizione del sindaco leghista Alessandro Canelli, che in questi giorni ha detto "no" alla possibilità di accogliere nuove persone in città.

"Da quanto mi risulta - ha commentato il primo cittadino - a Novara ci sono già 520 migranti ospitati in strutture e quindi risultano essere cinque ogni mille abitanti. Il rapporto massimale individuato dal Ministero degli Interni e dall’Anci è di 2,5/3 migranti ogni mille abitanti: di conseguenza la nostra città ha già dato abbondantemente e nuovi arrivi aggraverebbero ulteriormente una situazione che ha già dimostrato di essere potenzialmente esplosiva a causa di alcuni fatti recentemente accaduti, fatti che dimostrano un progressivo innalzamento di tensioni sociali derivanti da questa eccessiva presenza sul nostro territorio".

L'opposizione del Comune di Novara, e di altre amministrazioni ( solo 1 Comune su 4 è disponibile all'accoglienza dei migranti), starebbe anche creando problemi al centro di smistamendo della Cri di Settimo Torinese, che rischia nuovamente di essere in emergenza.

"Al momento - ha aggiunto Canelli - non abbiamo comunque avuto alcuna segnalazione ufficiale da parte della Prefettura riguardo una nuova richiesta di accoglienza. Il mio obiettivo e quello della mia amministrazione non è quello di mettere in difficoltà qualcuno, ma è il bene di Novara. Non possiamo permetterci che situazioni ed episodi come quelli che si sono verificati negli ultimi tempi, con conseguente e giustificata preoccupazione da parte dei cittadini, siano ulteriormente aggravati da ulteriori e insostenibili arrivi di migranti. Per questo mi sto battendo e mi batterò con determinazione".

"Questo fatto - ha sottolineato inoltre Canelli - è stato più volte evidenziato al Prefetto, che ha recepito e concordato con le mie considerazioni, anche nel corso di una riunione da lui indetta nelle scorse settimane per affrontare il problema: faccio presente che dei sindaci degli 80 Comuni della nostra provincia all’incontro abbiamo partecipato solo in tre. Il capoluogo, di fatto, in questi anni ha già fatto più della sua parte, a differenza di tante altre amministrazioni in tutto il Paese, anche quelle guidate da sindaci il partito dei quali sbandiera ai quattro venti il dovere morale dell’accoglienza nei confronti dei migranti. Novara esige equità di trattamento e non intende scendere a compromessi. Ritengo che la misura rispetto alle modalità con le quali è stato finora gestito il problema a livello nazionale sia davvero colma: è tempo che il Governo si organizzi diversamente".

I numeri dell'accoglienza migranti in Piemonte.

Secondo i dati del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione del Ministero dell’Interno, dal 1° gennaio 2016 a oggi (26 ottobre 2016) in Italia sono sbarcati 156.705 migranti, facendo registrare un aumento del 12,16%.

In Piemonte al momento sono presenti 13.007 immigrati, su una popolazione di più di 4 milioni di abitanti, suddivisi tra strutture temporanee prefettizie (11.801) e progetti Sprar (1.206), gestiti direttamente dai Comuni.

Il sistema di accoglienza a livello regionale è sotto stress, poichè i comuni piemontesi che attualmente accolgono i migranti sono meno di 1/4 del totale.

Sulla vicenda è quindi intervenuta anche l'assessore regionale all'Immigrazione Monica Cerutti, dichiarando che: "da questo punto di vista i margini di miglioramento sono ampi, mantenendo il principio di un’accoglienza diffusa. A metà del 2014 si stabilì che i rifugiati arrivati in Piemonte dovessero essere distribuiti sul territorio regionale in modo equo: il 40% del totale in provincia di Torino e il 60% sul resto del territorio".

"L’auspicio - ha detto Cerutti - è che si possa mantenere tale suddivisione e che possa essere risolto il problema che sarebbe sorto a Novara, chiarendo che l’accoglienza non riguarda solo la città, ma l’intero territorio provinciale".


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