Economia

Export novarese: segnali positivi per le imprese nei primi mesi del 2016

I dati dell'Osservatorio sull'export attivato dalla Fondazione Edison in collaborazione con l'Associazione Industriali di Novara

Nel secondo trimestre del 2016 l’export della provincia di Novara ha registrato una performance tendenziale del +2,2%, migliore sia rispetto a quella del trimestre precedente (+0,1%), sia rispetto a quella registrata a livello nazionale (+0,3%).

Nel primo semestre dell’anno, invece, la crescita delle esportazioni provinciali è stata dell’1,2% rispetto allo stesso periodo del 2015, a fronte di una crescita nulla a livello nazionale. I dati, elaborati dall’Osservatorio sull’export attivato dalla Fondazione Edison in collaborazione con l'Associazione Industriali di Novara, rivelano inoltre che le sole esportazioni manifatturiere novaresi hanno registrato nel primo semestre del 2016 un +1,5% tendenziale, superando i 2,3 miliardi di euro in valore.

Sono cresciuti soprattutto gli articoli farmaceutici (+48,8%) e i mezzi di trasporto (+20,8%), oltre al piccolo comparto del legno e dei prodotti in legno (+15,5%), a quello di computer, apparecchi elettronici e ottici (+11,8%) e a quello dei prodotti in metallo (+10,1%).

"In territorio positivo - spiega Marco Fortis, vicepresidente della Fondazione Edison che da anni coordina la ricerca - ci sono anche i due più importanti settori dell’economia provinciale: solo lievemente nel caso dei prodotti tessili-abbigliamento- pelli-accessori (+0,1%) e in misura più marcata nel caso dei macchinari e apparecchi (+4%). All’interno dell’aggregato tessile-abbigliamento spicca la performance positiva dei tessuti (+14,8%) e quella negativa dei filati di fibre tessili (-24,3%), segmento tuttavia molto marginale quanto a valori esportati, mentre l’export di articoli di abbigliamento cresce dello 0,3%. All’interno dei macchinari e apparecchi, l’export di macchine di impiego generale, tra cui la rubinetteria e il valvolame, cresce del 3,8%. I settori che flettono maggiormente sono, invece, i prodotti petroliferi raffinati (-22,9%) e le sostanze e i prodotti chimici (-9,7%). Riguardo alla ripartizione geografica dell’export, nel primo semestre del 2016 si osserva una crescita del 4,1% dell’export diretto all’interno dell’Unione Europea e un calo del 2,6% di quello diretto verso i mercati extraeuropei. Nel complesso le esportazioni di manufatti verso i Paesi Ue, pari a 1,5 miliardi di euro, rappresentano nel primo semestre del 2016 il 63,1% dell’export manifatturiero novarese; quelle dirette verso i mercati extra-Ue, pari a 857 milioni di euro, equivalgono al 36,9%".

Dove si esporta in particolare?

Quanto ai singoli mercati di sbocco, nel periodo gennaio-giugno 2016 la ricerca evidenzia il calo delle esportazioni verso la Svizzera (-16,3%) che, insieme a Germania, Francia e Stati Uniti rappresenta uno dei quattro principali mercati di destinazione delle merci novaresi, verso i quali è diretto il 48,4% dell’intero export manifatturiero provinciale. Gli Stati Uniti sono protagonisti di una crescita del 34,8% nel primo semestre, seconda solo a quella verso la Polonia (+44,2%).

L’export verso la Germania e la Francia cresce invece, rispettivamente, di un più modesto 1,7% e 1,3%. Tra gli altri Paesi sono positivi i dati sulla crescita dell’export verso il Belgio (+26,6%) e verso la Repubblica Ceca (+20%), mentre risulta più contenuta quella verso la Spagna (+2,7%). In flessione, invece, l’export manifatturiero verso il Regno Unito (-5,2%) e i Paesi Bassi (-1%).

L’analisi dell’export manifatturiero della provincia di Novara verso i Paesi "Bric", pari complessivamente a 62,5 milioni di euro in valore, evidenzia nel secondo semestre dell’anno una riduzione dell’export del 19,8%, di cui -24,5% verso la Russia (ancora il principale Paese di destinazione, con con 22,6 milioni in valore), -11% verso la Cina (seconda per valore, con 20,2 milioni), -9,4% verso l’India (terza, con 14,4 milioni in valore) e -43,4% verso il Brasile (a 5,4 milioni in valore).

Sul fronte delle importazioni manifatturiere nel primo semestre del 2016 crescono soprattutto l’import dal Belgio (+51,9%) e dalla Spagna (+43%), seguite dalla Germania (+5,9%), primo paese di approvvigionamento manifatturiero della provincia di Novara, e dalla Tunisia (+0,5%). Flettono, invece, le importazioni da tutti gli altri principali Paesi: Regno Unito (-21,7%), Paesi Bassi (-10,9%), Francia (-8,8%), Cina (-7,2%), Stati Uniti (-6,8%), Svizzera (-5,7%).

L'andamento per le principali specializzazioni manifatturiere della provincia di Novara.

Per quanto riguarda le "macchine di impiego generale" (rubinetteria e valvolame) e il "tessile-abbigliamento" la ricerca riposta quanto segue.

Relativamente al comparto delle macchine di impiego generale, il secondo trimestre del 2016 evidenzia una performance migliore a livello provinciale, dove le esportazioni settoriali appaiono in crescita del +4,9%, a fronte del calo dello -0,8% delle esportazioni registrato a livello nazionale. Il dato cumulato relativo al primo semestre indica un incremento delle esportazioni pari al +3,8% per la provincia di Novara e del +0,4% a livello nazionale. Nel primo semestre del 2016 l’export di rubinetteria e valvolame cresce verso tutti i principali Paesi di destinazione dell’export provinciale del settore, fatta eccezione per quello diretto verso la Russia (-14%) e il Regno unito (-4,6%). Gli incrementi maggiori si registrano verso la Svizzera (+10,3%), la Grecia (+10,3%), i Paesi Bassi (+9,7%), gli Stati Uniti (+8,9%) e la Spagna (+8,6%). Più contenuta la crescita dell’export verso il Belgio (+5,6%), la Francia (+2,4%) e la Germania (+1,8%). Relativamente all’export verso i Bric, le esportazioni di rubinetteria-valvolame rappresentano, nel primo semestre del 2016, oltre il 28% dell’export manifatturiero complessivo della provincia in questi paesi. L’export del settore verso i BRIC, pari a 17,7 milioni di euro, è complessivamente aumentato del +0,6%, invertendo la tendenza negativa in essere da numerosi trimestri. Sono aumentate le esportazioni verso tutti e quattro i Paesi BRIC con la sola eccezione, come visto, della Russia (-14%): l’export verso il Brasile è cresciuto del +3,4%, quello verso l’india del +1,1% e quello verso la Cina del +32,7%. Tra i BRIC, è ancora la Russia il Paese verso il quale si dirige il maggior export di rubinetteria della provincia (8,3 milioni di euro nel primo semestre 2016), seguito dalla Cina (5,7 milioni di euro),  dall’India (2,7 milioni) e dal Brasile (1 milione).

Per quanto riguarda il settore del tessile-abbigliamento, il secondo trimestre dell’anno evidenzia, per la prima volta dopo mesi, un miglior andamento dell’export a livello nazionale, dove risulta in crescita del +2,5% a fronte del calo del -3,8% registrato a livello provinciale. Il dato cumulato relativo al primo semestre indica una crescita dell’export pari al +1,7% per la provincia di Novara e al +1,4% per l’Italia considerata nel suo complesso. Nel primo semestre il dato più evidente è la crescita delle esportazioni di prodotti tessili e dell’abbigliamento verso la Francia (+16,3%). Sempre in crescita, ma molto più contenuta, è l’export verso la Germania (+3,8%), la Svizzera (+3,3%), la Spagna (+3,1%) e la Romania (+2,4%). Quest’ultimo Paese si inserisce, insieme alla Turchia, nella classifica dei principali Paesi di destinazione dell’export provinciale di tessile-abbigliamento, andandosi a sostituire rispettivamente alla Cina e alla Tunisia. Nel semestre considerato l’export verso la Turchia appare tuttavia in calo (-2,1%), unitamente a quello verso il Giappone (-6,5%), il Regno Unito (-10,7%), gli Stati Uniti (-11,4%) e i Paesi Bassi (-20,5%). Quanto all’export verso i BRIC nel primo semestre del 2016 appare in crescita del +19,2% e  pari complessivamente a 6,4 milioni di euro. Le esportazioni appaiono in forte crescita verso la Cina (+100,6%), mentre calano verso la Russia (-4,7%), il Brasile (-74,7%) e l’India (-27,7%). Tra i Bric, è la Cina il Paese verso il quale si dirige il maggior export di tessile-abbigliamento della provincia (3,4 milioni di euro nel primo semestre 2015), seguita dalla Russia (1,8 milioni di euro), dall’India (1,2 milioni) e dal Brasile (con soli 42mila euro di export).


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