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Borgomanero: torna il cineforum del martedì

Martedì 28 gennaio torna l'appuntamento con il cineforum di Borgomanero. Sul grande schermo del Cinema Nuovo arriva "La paranza dei bambini".

La scheda del film

Regia: Claudio Giovannesi
Soggetto: dal romanzo omonimo di Roberto Saviano (Ed. Feltrinelli)
Sceneggiatura: Maurizio Braucci, Claudio Giovannesi, Roberto Saviano
Fotografia: Daniele Ciprì
Musiche: Andrea Moscianese
Montaggio: Giuseppe Trepiccione
Scenografia: Daniele Frabetti
Costumi: Olivia Bellini
Suono: Giuseppe D'Amato, Emanuele Cicconi
Interpreti: Francesco Di Napoli (Nicola), Viviana Aprea (Letizia), Mattia Piano Del Balzo (Briatò), Ciro Vecchione ('O Russ), Ciro Pellecchia (Lollipop), Ar Tem (Tyson), Alfredo Turitto (Biscottino), Pasquale Marotta (Agostino), Luca Nacarlo (Cristian), Carmine Pizzo (Limone)
Produzione: Carlo Degli Esposti, Nicola Serra per Palomar/Vision Distribution
Distribuzione: Vision Distribution
Durata: 105'
Origine: Italia, 2019
Data uscita: 13 febbraio 2019
Orso d'Argento per la miglior sceneggiatura al 69. Festival di Berlino (2019)

Napoli 2018. Sei quindicenni - Nicola, Tyson, Biscottino, Lollipop, O'Russ, Briatò - vogliono fare soldi, comprare vestiti firmati e motorini nuovi. Giocano con le armi e corrono in scooter alla conquista del potere nel Rione Sanità. Con l'illusione di portare giustizia nel quartiere inseguono il bene attraverso il male. Sono come fratelli, non temono il carcere né la morte, e sanno che l'unica possibilità è giocarsi tutto, subito. Nell'incoscienza della loro età vivono in guerra e la vita criminale li porterà ad una scelta irreversibile: il sacrificio dell'amore e dell'amicizia.
In Italia, oggi come oggi, sono pochi i registi capaci di girare ad altezza adolescente come Claudio Giovannesi. (……) Dal carcere giovanile del film precedente, ambientato a Roma, ci spostiamo nei quartieri di Napoli. Sei quindicenni - Nicola, Tyson, Biscottino, Lollipop, O'Russ, Briatò - vogliono fare soldi, comprare vestiti firmati e motorini nuovi. Giocano con le armi e corrono in scooter alla conquista del potere nel Rione Sanità. Sono come fratelli, non temono la galera né la morte, e sanno che l'unica possibilità è giocarsi tutto, subito.
Il più determinato è Nicola (Francesco Di Napoli), che dapprima inizia a ‘faticare’ (spaccio) per il boss Sarnataro (Aniello Arena) e poi, in pieno vuoto di potere, si allea con gli eredi emarginati di un capo ormai deceduto. L’illusione che lo muove è quella di portare giustizia nel quartiere, inseguendo il bene attraverso il male. Ma è una vita in guerra, che pur nell’incoscienza di quell’età, lo costringerà a sacrificare gli affetti più cari, tanto le amicizie quanto l’amore.
Fuggendo qualsiasi spettacolarizzazione e allontanandosi dai parametri estetico-narrativi di confezioni stile “Gomorra” (la serie), Giovannesi - supportato e non poco anche dall'ottimo lavoro alle luci di Daniele Ciprì - sembra piuttosto orientarsi verso la tensione più trattenuta e non per questo meno avvincente del “Gomorra” realizzato da Garrone nel 2008. Se lì il punto di vista si disperdeva, però, qui viene catalizzato nella figura di Nicola, antieroe con cui è facile empatizzare nei momenti di normalità (il rapporto con la mamma, con il fratello minore, con la ragazzina di cui s’invaghisce, interpretata da Viviana Aprea) e verso il quale è altrettanto facile dissociarsi negli altri casi (mosso da quell’inevitabile sete di potere che lo condurrà anche al primo omicidio, salvo poi ritrovarsi a piangere davanti uno specchio un attimo dopo).
Ecco, “La paranza dei bambini” è un film che in maniera molto intelligente riesce a smarcarsi dalla facile pornografia del camorra-movie per intraprendere un percorso indirizzato verso le profondità della fruizione, all'origine della perdita dell'innocenza: non c’è nessun miraggio di una vita ‘migliore’ (se non una fugace e vagheggiata idea di trasferta spensierata al sole gioioso della salentina Gallipoli), né tantomeno alcun suggerimento su come potersi affrancare da quel tipo di esistenza, non c’è la tagliola di uno sguardo esterno giudicante, né personaggi vagamente ‘moralizzatori’.
Il perché dei quindicenni (straordinario il lavoro sul casting) si ritrovino a vivere un qui e ora di questo tipo non c’è bisogno di ‘spiegarlo’, di mostrarne le cause pregresse o gli sviluppi futuri: è tutto drammaticamente scritto nella realtà di un film che non ha alcuna intenzione, né necessità, di andare a ritoccare con chissà quale pirotecnico artificio i tanti, troppi spunti che arrivano dalle cronache quotidiane: a Giovannesi, a noi, interessa piuttosto intuire, percepire, introiettare quell’ineludibile ombrosità che aleggia sul viso di un adolescente, Nicola, primus inter pares scelto per restituire quella terribile dualità che solamente un’innocenza tradita (dal contesto, dagli eventi, dalla vita) può incarnare. E che resta, sottotraccia, ben impressa nell’animo dello spettatore anche parecchio tempo dopo l’ultimo frame del film. Senza scampo.
Valerio Sammarco, Cinematografo.it

Si cresce troppo in fretta nel Rione Sanità di Napoli, quello dove Eduardo aveva fatto il sindaco nel celebre spettacolo del 1960. Lo Stato non esiste, le istituzioni hanno fallito. I ragazzi diventano grandi con il mito dei boss: «Non chiedeva a nessuno di pagare, era un brav'uomo. L'hanno ammazzato». E il fratellino più piccolo: «Peccato». I più giovani rubano l'albero di Natale, si riuniscono in tribù, ballano intorno al fuoco dipingendosi il volto. Nascono le paranze, in gergo i commando armati dei camorristi. Ma chi ha una mitragliatrice nella mano destra non ha ancora raggiunto i diciotto anni. Da qui il titolo, “La paranza dei bambini”, tratto dall'omonimo libro di Roberto Saviano, anche autore della sceneggiatura con il regista Claudio Giovannesi e Maurizio Braucci. Gli adulti si vedono poco, hanno un ruolo marginale. La vera scuola è la strada, l'unico futuro è sfumato tra la droga e le pallottole. Va in scena il fallimento di ogni etica, il ritratto di una società violenta, che si fonda sull'onore e i regolamenti di conti. Sembra di rivedere la vicenda di Totò in “Gomorra”, la storia del tredicenne che voleva farsi re. Qui a portare la corona è chi si contende ancora le crostatine al mattino per la colazione, chi non può rendersi conto delle proprie azioni. Lo sguardo, mai moralista, è quello di un padre che ha fallito, di un mondo che ha estirpato l'innocenza. Che cinema quello di Giovannesi! Ti si attacca alla pelle, rifiuta l'enfasi per indagare sulle radici della tragedia, illumina lo schermo con la potenza delle immagini, lontano dai luoghi comuni e dal qualunquismo. “La paranza dei bambini” è un film sincero, appassionato, attento all'animo umano. Devastante nei contenuti, rigoroso nel linguaggio, è l'opera più riuscita della carriera di Giovannesi.
Gian Luca Pisacane, Famiglia Cristiana

CLAUDIO GIOVANNESI
Filmografia:
Welcome Bucarest (2007), La casa sulle nuvole (2009), Fratelli d'Italia (2009), Alì ha gli occhi azzurri (2012), 9x10 novanta ("Il mio dovere di sposa") (2014), Wolf (2014), Fiore (2016), La paranza dei bambini (2019)

Martedì 4 febbraio 2020:
DOLOR Y GLORIA di Pedro Almodóvar, con Penélope Cruz, Antonio Banderas, Asier Etxeandía, Cecilia Roth, Leonardo Sbaraglia


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