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Borgomanero, torna il cineforum

A Borgomanero torna l'appuntamento con il cineforum. Martedì 4 dicembre sullo schermo del Nuovo arriva "Molly's game".

Regia: Aaron Sorkin
Soggetto: Molly Bloom (memorie)
Sceneggiatura: Aaron Sorkin
Fotografia: Charlotte Bruus Christensen
Musiche: Daniel Pemberton
Montaggio: Alan Baumgarten, Elliot Graham, Josh Schaeffer
Scenografia: David Wasco
Arredamento: Patricia Larman
Costumi: Susan Lyall
Effetti: Aaron Weintraub, Mr. X Inc.
Interpreti: Jessica Chastain (Molly Bloom), Idris Elba (Charlie Jaffey), Kevin Costner (Larry Bloom), Michael Cera (giocatore X), Jeremy Strong (Dean Keith), Chris O'Dowd (Douglas Downey), Bill Camp (Harlan Eustice), Brian d'Arcy James (Brad), J.C. MacKenzie (Harrison Wellstone), Graham Greene (II) (Giudice Foxman), Justin Kirk (Jay), Angela Gots (B), Natalie Krill (Winston), Stephanie Herfield (Jesse), Madison McKinley (Shelby), Michael Kostroff (Louis Butterman)
Produzione: Mark Gordon, Amy Pascal, Matt Jackson per The Mark Gordon Company
Distribuzione: 01 Distribution
Durata: 140'
Origine: U.S.A., 2016
Data uscita: 19 aprile 2018

Basato sulla storia vera di Molly Bloom, una giovane e carismatica speranza olimpica dello sci, costretta ad abbandonare lo sport dopo una grave lesione fisica. Molly, dopo gli studi di legge, ottiene un lavoro estivo che la introduce a una nuova impresa, in cui sono necessarie disciplina e energia simili a quelle per lo sport: scalare il mondo più esclusivo e ad alto budget del poker clandestino. I grossi portafogli delle stelle di Hollywood, dei giganti dello sport e degli affari le regalano una decade di sfarzi, successo e glamour, ma attirano anche le attenzioni sbagliate quando, senza esserne a conoscenza, mette al tavolo da gioco dei membri della mafia russa. La sua scia fortunata si arresta bruscamente quando viene arrestata in piena notte da 17 agenti dell'FBI che imbracciano armi automatiche. Costretta ad affrontare le accuse a suo carico, diventa suo unico alleato il suo avvocato difensore, riluttante all'inizio e che invece scopre che c'è molto di più in Molly Bloom di quello che le volgari storie da tabloid rivelano.
C’è momento particolare in questo frenetico film che spezza finalmente la prolungata apnea e ci fornisce una chiave di lettura importante per decodificare il gioco di Molly. L’abilissima organizzatrice di partite di poker milionarie è ora nell’ufficio del suo avvocato, attende notizie sul suo processo e pensa in silenzio; poi si alza lentamente, si avvicina ai vari tomi dei Codici Federali e ne sfiora le copertine tutte di un unico colore. Ossia un verde scuro e sicuro, proprio come i tanti dollari che maneggia e come quel tavolo da gioco da cui tutto si origina. Aaron Sorkin parte proprio da queste tre suggestioni forti: il gioco, il denaro e la legge vengono mescolati in precario equilibrio per far emergere l’anima americana tra sano individualismo e derive morali.
Si inizia. La giovane Molly è una promessa dello sci, suo fratello è già un campione riconosciuto e suo padre è uno psicanalista molto esigente: una potenziale famiglia perfetta? Sì, ma qualcosa va storto: nella gara decisiva per entrare alle Olimpiadi la ragazza cade per pura sfortuna e la sua vita cambia direzione. Il rapporto con il burbero genitore (vero motore fuori campo del film, con un Kevin Costner di consumatissimo mestiere) la spingerà al desiderio di ‘tenere in pugno uomini potenti’ trasferendosi nella città dello spettacolo. E a Los Angeles, nel giro di pochi mesi, Molly sfrutta al meglio la sua bellezza (Jessica Chastain di glaciale perfezione) organizzando clandestini e ambitissimi tavoli da poker. «Non devi mai infrangere la legge, quando infrangi la legge!». Quindi non prende mai percentuali sulle vincite, ma costruisce la sua ricchezza con le ‘donazioni’ dei suoi facoltosi giocatori: star del cinema (con Michael Cera ormai grande Mister X del cinema contemporaneo), registi, imprenditori, finanzieri, mafiosi, ecc, ecc. Un gioco di simulacri intimamente americano che alla lunga si fa pericoloso, sino a interessare l’FBI.
Aaron Sorkin , poi, fa il resto. La parabola della vera Molly Bloom - raccontata nell’autobiografia da cui il film è tratto - assomma tutte le ossessioni del grande sceneggiatore, sciorinate qui come un catalogo sfogliato a suon di stacchi di montaggio: dalla scalata sociale ai media che la trasformano in celebrità, dalle regole del legal thriller a quelle dello sport. Sorkin prende di petto e radicalizza questa nuova ondata di biopic adrenalinici (pensiamo al recente “I, Tonia”) che lui stesso ha inaugurato con “The Social Network” (2010), “Moneyball” (2011) o “Steve Jobs” (2015). Ma in ben 140 minuti il suo primo film da regista riesce rarissime volte a far guizzare sana umanità dalle ‘perfette’ battute mitragliate a orologeria. E quindi: voice over invasiva, macchina da presa in perenne movimento, montaggio che cuce tutto come un metronomo… insomma un profluvio di scorsesismi anestetizzati dal tempo e dalle tante (re)visioni in un film sin troppo derivativo per essere un esordio così atteso. Sorkin si conferma uno degli sceneggiatori più influenti e abili su piazza, con uno stile e un’idea di narrazione talmente forte e strutturata che ha (paradossalmente) bisogno di registi altrettanto abili (come David Fincher o Bennett Miller, appunto) per far avvertire emozioni ‘reali’ che scartino le sue ossessive ‘regole’. “Molly’s Game” è l’ennesima straordinaria sceneggiatura che una regia ancora acerba non ha saputo rifunzionalizzare al meglio.
Pietro Masciullo, Sentieri Selvaggi

(……) “Molly’s Game” è una pellicola diretta e scritta da Aaron Sorkin, nel quale una buona dose di verve narrativa viene a crearsi sul continuo intreccio tra passato, l’ascesa della protagonista, e il problematico presente, una voice over, sì invadente, ma incalzante e accompagnata ritmicamente da una regia che non dimentica mai una certa raffinatezza. La pellicola apertamente parla del peso delle aspettative, e la pressione da sopportare per chi desidera raggiungere il massimo, o meglio di quella pressione provocata da chi vuole da te il massimo. Ma più sotterraneamente procede con un discorso sull’oppressione frutto di un sistema selettivo che pretende l’uso di ogni risorsa per non soccombere nella mediocrità tanto temuta dalle figure paterne, capaci di scavare tanto in profondità da creare un vuoto affettivo deficitario.
Molly’s Game in fondo è la storia di una donna forte, ma non per la tenacia con il quale tiene per le palle uomini potenti, o i milioni che sposta da un tavolo a un altro, piuttosto è la capacità di perseguire con tanta tenacia il proprio piano senza però mostrare mai la necessità di ostentare, o addirittura dare un senso, a quelli che dovrebbero essere i suoi obiettivi.
Massimo Padoin, Mediacritica.it

AARON SORKIN
Filmografia:
Molly’s Game (2016)

Martedì 11 dicembre 2018:
A CIAMBRA di Jonas Carpignano, con Pio Amato, Koudous Seihon, Iolanda Amato, Damiano Amato, Cosimo Amato


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