Eventi

"La luce e il tempo": mostra fotografica al museo Faraggiana Ferrandi

Dal 1° ottobre al 27 novembre al Museo di storia Naturale Faraggiana Ferrandi arriva la mostra fotografica "La luce e il tempo", con le fotografie stenopeiche di Mario Balossini.

La mostra di Mario Balossini è la sintesi di un interesse iniziato circa venti anni fa, interrotto dalle difficoltà di reperimento e di sviluppo delle pellicole e riacceso con il ritorno delle pellicole di formato 120. L’autore ha rispolverato le vecchie macchine stenopeiche in legno e ne ha acquistate di nuove per avere a disposizione formati particolari come il 6 cm x 12 cm, il 6 cm x 9 cm e il 4”x 5”. Le macchine sono a pellicola, ma non possono essere equiparate alle macchine analogiche classiche. Non è stato utilizzato il foro stenopeico applicabile sulle fotocamere digitali. La fotocamera stenopeica non ha obiettivo, non ha un mirino e uno schermo, non permette di vedere la foto prima e dopo lo scatto. L’otturatore è un’asta scorrevole, che consente alla luce di accedere alla pellicola attraverso un piccolo foro. Guardare con i propri occhi, riflettere a lungo sulla scelta dell’inquadratura e sulla misura dell’esposizione sono le motivazioni che hanno spinto l’autore a riprendere in mano la macchina stenopeica. Questo tipo di fotografia costringe ad abbandonare gli schemi classici della ripresa eseguita con le macchine digitali o analogiche. Si fotografa con le macchine stenopeiche per fotografare stenopeico, avendo programmato la ricerca di soggetti stenopeici. Sembra una tautologia, un gioco di parole: è assolutamente vero.

La mostra rappresenta soggetti eterogenei, è un percorso che attraversa vari temi fotografici interpretati con uno strumento inusuale. Le foto sono raccolte per argomento, ma non è l’argomento la chiave di interpretazione. Le immagini dovrebbero essere considerate come il risultato di osservazioni, di scelte e di valutazioni che richiedono tempo e ripensamenti. La luce in fotografia è sempre protagonista: nella fotografia stenopeica lo è ancora di più. A volte si beffa del fotografo, a volte lo adula con risultati inattesi e straordinari, ma non è nemica, è sempre dalla parte del fotografo. L’autore ha giocato con la luce e si è sempre divertito. Ha realizzato le riprese in Val d’Orcia, nella campagna novarese, nella Valle del Ticino, a Rassa, sul Lago d’Orta. Ha provato a fotografare Novara, tra mille difficoltà.

L’autore ringrazia il Comitato d’Amore di Casa Bossi per avergli dato l’opportunità di tornare a fotografare un ambiente che è un capolavoro dell’architettura e una miniera di ispirazioni per i fotografi. Alla fine, non ha resistito: si è dedicato allo stile che gli è più congeniale… forme, ombre, doppie esposizioni. Ha stampato personalmente i negativi digitalizzati, utilizzando carta fine art e una stampante a getto d’inchiostro. Non ha cercato di inseguire la pittura: presenta fotografie, unicamente fotografie. Sono eseguite con strumenti particolari, più diffusi di quanto non si pensi, ma sono fotografie.

Mario Balossini, novarese, ha sviluppato l’interesse per la fotografia nei primi anni di università e lo ha sempre coltivato a livello amatoriale. L’indagine fotografica, inizialmente dedicata al paesaggio, si concentra prevalentemente sulla ricerca delle forme in natura e negli oggetti. L’autore utilizza indifferentemente la tecnologia analogica e la digitale, impiegandole in funzione delle rispettive caratteristiche. Ha esposto le sue immagini in mostre personali e collettive a Novara e in varie città italiane. Socio della Società Fotografica Novarese, di cui è stato vicepresidente per molti anni, ha condotto corsi di fotografia, dedicati soprattutto agli studenti della scuola secondaria ed è docente coordinatore del Corso di Fotografia all’Università della Terza Età di Novara.


Si parla di
  • mostre
  • Centro
  • Via Gaudenzio Ferrari, 13
  • 01/10/2022
  • 27/11/2022