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Teatro: Marco Paolini al Faraggiana con "Numero primo"

Con "Numero primo", Marco Paolini torna a parlare in modo diretto di oggi, della realtà attuale, drammaticamente "alle prese con una pervasiva rivoluzione tecnologica", riprendendo il percorso degli Album, ai quali aveva affidato tra il 1987 e il 2003 alcuni dei suoi primi spettacoli in cui coniugava sul palcoscenico l’autobiografia e il ritratto generazionale, da "Adriatico" a "Tiri in porta", "Liberi tutti", "Aprile ’74" e "5", "Stazioni di transito", "Miserabili".

"Numero primo" racconta di un futuro probabile, fatto di cose, di bestie e di umani rimescolati insieme come si fa con le carte prima di giocare. Il titolo fa riferimento al soprannome del protagonista, figlio di Ettore e di madre incerta, protagonista di una storia ambientata in un prossimo futuro e per questo confinante con la fantascienza.

"Parlerò della mia generazione alle prese con una pervasiva rivoluzione tecnologica - ha spiegato Paolini -. Parlerò dell’attrazione e della diffidenza verso di essa, del riaffiorare del lavoro manuale come resistenza al digitale. Parlerò di biologia e altri linguaggi, ma lo farò seguendo il filo di una storia più lunga che forse racconterò a puntate, come ho fatto con i primi album".

Testi di Gianfranco Bettin e Marco Paolini. Produzione: Jolefilm.


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