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Al Coccia torna Dante con l'opera "Rapimenti d'amore"

Un'opera dedicata a Dante, commissionata e prodotta dal teatro Coccia.

Debutterà sabato 20 e domenica 21 novembre Rapimenti d'amore, opera in un atto unico, scritta da Cristian Carrara su soggetto e libretto del poeta Davide Rondoni, con la regia di Andrea Chiodi. In buca l’Orchestra del Teatro Coccia diretta da Matteo Beltrami.

Davide Rondoni racconta “L’ambientazione è quella della Firenze trecentesca, durante la festa di maggio. Fosca è promessa sposa per un matrimonio combinato. Si snodano per tutta l’opera vicende amorose di giovani fiorentini tra cui Dante e i suoi amici. C’è una scelta narrativo/poetica per cui non si affronta Dante direttamente nel suo testo, ma si incrocia la figura di Dante nella genesi dell’opera, in quella serie di motivi personali, sociali, culturali di Firenze che fanno in modo che nasca questa grande opera. Ho voluto prendere Dante quando con la media gioventù di Firenze, i suoi amici, e anche le diatribe coi suoi amici nasce la sua personalità, in virtù del trauma vissuto con la morte di Beatrice ha deciso di prendere sul serio il viaggio della vita. Prendiamo Dante nel momento della nascita del capolavoro, dei motivi della nascita del capolavoro. Motivi che ce lo rendono vicinissimo anche oggi”.

“Rapimenti d’Amore è stata una sfida – spiega Cristian Carrara - Quella di raccontare Dante senza fare qualcosa di banalmente commemorativo. E’ stata l’occasione per raccontare i turbamenti e le speranze di un gruppo di giovani fiorentini che avevano come obiettivo la ricerca della bellezza. Mi sono trovato davanti un libretto, quello di Davide Rondoni, molto lontano dai tradizionali libretti d’opera. Da grande poeta qual è, Davide ha scritto dei versi che raccontano una storia, sì, ma lo fanno con la lingua della poesia che, essa stessa, è già di per sé profondamente musicale. In questo libretto la parola canta già da sola. A me è bastato assecondarla. Ogni singola scena ha una struttura musicale ben definita, dove la ricerca di una buona melodia (così spesso allontanata dalla musica d’oggi) è al centro della scrittura. Per questo motivo, in linea con il mio pensiero musicale, ho cercato di costruire una partitura capace di parlare a tutti, puntando a raccontare con la musica quello che è stato il profondo desiderio di Dante, ed, in fondo anche quello di molti di noi: il desiderio di essere “rapito dall’amore””.

Rispetto alla messa in scena descrive Andrea Chiodi “Raccontare Dante e farlo con il canto e la musica mi è sembrata da subito un’avventura intrigante. In un anno in cui tutti hanno parlato di Dante ecco un’occasione nuova per farlo. Io ho incontrato Dante con una grande attrice che se ne è andata da poco Piera Degli Esposti, una della più grandi donne del teatro Italiano… sì Piera se ne è andata, ma dalla morte di qualcuno può sempre nascere qualcosa, come in questo libretto di Davide Rondoni, se Beatrice non fosse morta Dante non avrebbe scritto la Commedia, lo dice lo stesso Dante nella Vita Nova. Ecco è per questo che il Dante ragazzo della Vita Nova è quello che mi sono immaginato per affrontare questa partitura di note e parole, un Dante giovane che discute con Cavalcanti, un Dante ragazzo, il Dante di quel meraviglioso sonetto “Io vorrei che tu Lapo ed io…”, il Dante dell’amore giovanile e carnale, più romantico che ideale che lo spinge in questa nostra opera a rapire l’amata di un amico perché possano godere del loro amore liberi dalle costrizioni. Quello di Rondoni-Carrara è un viaggio che mi è parso molto vicino ad un mondo di giovani di oggi, alimentati da grandi passioni, capaci di sognare, per nulla personaggi idealizzati ma reali, che ci insegnano ancora la possibilità di alzare lo sguardo verso le stelle e di sognare con la poesia".


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