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Teatro, sul palco del Coccia arriva "The Beggar's Opera"

Dopo le date al Festival dei Due Mondi di Spoleto e al Teatro Verdi di Pisa, ultima opportunità per vedere in Italia "The Beggar’s Opera" di John Gay e Johan Christoph Pepusch, nella coproduzione internazionale capitanata dal Théâtre des Bouffes du Nord, firmata dal regista canadese Robert Carsen: in scena al Teatro Coccia di Novara sabato 27 ottobre alle ore 20.30 e domenica 28 alle ore 16.

Di Robert Carsen anche la nuova versione del testo, scritta insieme con il drammaturgo inglese Ian Burton; l’ideazione musicale è di William Christie, il celebre clavicembalista, direttore d´orchestra, musicologo e insegnante, pioniere della riscoperta della musica barocca nonché membro dell´Académie des Beaux-Arts francese e membro onorario della Royal Academy of Music di Londra. In palco, insieme con una strepitosa compagnia di attori inglesi, che recitano, cantano e ballano, spicca un ensemble musicale d’eccellenza quale Les Arts Florissants, la prestigiosa compagine strumentale che, fondata proprio da William Christie, da più di tre decadi domina la scena barocca internazionale; a dirigerla dal clavicembalo nelle recite pisane sarà Florian Carré. Le scene sono di James Brandily, i costumi di Petra Reinhardt, la coreografia di Rebecca Howell, le luci di Robert Carsen e Peter van Praet. Coproduttori con il Théâtre des Bouffes du Nord sono un bel novero di realtà europee dagli stessi Les Arts Florissants con il sostegno di CA-CIB, e: Angers Nantes Opéra, Opéra de Rennes, Les Théâtres de la Ville de Luxem-bourg, Opéra Royal / Château de Versailles Spectacles, Grand Théâtre de Ge-nève, Théâtre de Caen, Edinburgh International Festival, Festival di Spoleto, Centre Lyrique Clermont-Auvergne, Opéra Royal de Wallonie-Liège, Opéra de Reims / La Comédie de Reims CDN, Teatro Coccia di Novara, Teatro Verdi di Pisa, Attiki cultural Society, Cercle des partenaires des Bouffes du Nord, il tutto con il generoso supporto di KT Wong Fondation.

Dalle parole di Robert Carsen "The Beggar's Opera è considerata la prima commedia musicale, che ha anticipato di circa 300 anni l'attuale moda delle produzioni «jukebox», che creano una trama adatta alle hit. Gay ha preso alcuni dei brani più famosi del suo tempo, sia classici che popolari, e li ha trasformati in un racconto selvaggiamente satirico ambientato tra ladri, protettori e prostitute di Londra. Estremamente popolare dalla sua prima messa in scena nel 1728, da allora è stata la base per numerosi adattamenti di prosa, musicali e cinematografici. The Beggar's Opera esplora un mondo cinico in cui l'avidità capitalista, il crimine e la disuguaglianza sociale sono la norma. Tutti i politici e i funzionari sono, per definizione, corrotti, e non c'è altro da fare che aderire se vuoi andare avanti. Suona familiare? In effetti non è cambiato molto da quando l'opera ha avuto la sua anteprima, e i temi di The Beggar's Opera sono quelli che continuano a ossessionare la televisione e il cinema moderni. In questa produzione speriamo di abbinare il mood trasgressivo e l'energia inquieta dell'originale. Con un'osservazione affilata come il rasoio, uno dei personaggi dice all'inizio del terzo atto: “i leoni, i lupi e gli avvoltoi non vivono insieme in branchi, frotte o greggi. Di tutti gli animali da preda, l'uomo è l'unico socievole. Ognuno di noi preda al suo vicino, eppure ci raduniamo insieme".

La trama è imperniata su un famoso bandito, Macheath, spacciatore, ladro, protettore di prostitute, adorato da ogni donna, che sposa segretamente Polly, figlia del ricco Peachum, riciclatore di tutti i frutti del malaffare della città, nonostante che in precedenza avesse sedotto e promesso di sposare Lucy, figlia del corrottissimo capo delle guardie carcerarie Lockit. Le due famiglie, inferocite, cercano in tutti i modi di rovinare Macheath, di farlo arrestare e di farlo impiccare, più che per vendetta per accaparrarsene le ingenti fortune, ma proprio quando Macheath sarà sulla forca un colpo di scena finale ribalterà completamente la situazione…

The Beggar's Opera è stato presentato in anteprima al Lincoln's Inn Fields Theatre il 29 gennaio 1728 ed è andato in scena per 62 repliche, la più lunga "maratona" nella storia del teatro fino a quel momento. Il lavoro è diventato il più grande successo di Gay ed è stato definito "lo spettacolo più popolare del diciottesimo secolo". Nel 1920, The Beggar's Opera iniziò uno strabiliante recupero delle scene con 1.463 repliche al Lyric Theatre di Hammersmith, a Londra, una delle più longeve rappresentazioni della storia per qualsiasi spettacolo musicale dell'epoca.

Lo spettacolo è anche una satira dell'opera italiana, divenuta popolare a Londra. Secondo il New York Times: "Gay ha scritto l'opera più come un'anti-opera che come un'opera, una dei motivi di attrazione per il pubblico londinese del diciottesimo secolo è proprio la satira che egli fa dello stile operistico italiano e il fascino esercitato sul pubblico inglese". Al posto della grande musica e dei temi dell'opera, The Beggar’s Opera usa melodie familiari e personaggi che in realtà sono persone comuni. Alcune delle canzoni sono composte da compositori d'opera come Handel, ma sono state utilizzate solo le più popolari. Il pubblico può canticchiare con la musica e identificarsi con i personaggi.

Biglietti dai 32 ai 62 euro su www.fondazioneteatrococcia.it e presso la biglietteria del teatro (martedì – sabato dalle 10.30 alle 18.30). Lo spettacolo sarà, inoltre, anticipato dalla "Guida all’Ascolto" a cura di Diana Re in collaborazione con il Circolo dei Lettori venerdì 26 ottobre alle 21.


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