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Gite fuori porta: tre luoghi da non perdere a due passi da Novara

Lago, montagna, rovine e musei civici: ecco alcune idee per un week end o una giornata alla (ri)scoperta del nostro territorio

Anche in inverno è possibile concedersi una gita guori porta, andando alla (ri)scoperta del nostro territorio, per una gita in montagna tra storia e incredibili panorami, un'escursione tra i boschi alla ricerca di antiche rovine e una visita al museo a caccia di storia locale.

Quando si avvicina il fine settimana, allora, non c'è niente di meglio di una piccola fuga dalla città, per una giornata o un week end da turisti, ma non troppo lontano da casa, tra novarese e Vco. Ecco tre idee dove trascorrere una giornata o un fine settimana con amici e famiglia. Tre luoghi da non perdere a poco più di un'ora di auto da Novara.

Da Baveno al Monte Camoscio, passando per il sentiero dei Picasass

Un panorama incredibile: è quello che si gode dalla cima del Monte Camoscio, e che ripaga della fatica per raggiungerlo, lungo un itinerario tra boschi e storia locale, che sale ripido fino agli 890 metri di questa montagna che sovrasta Baveno. Da qui la vista è davvero straordinaria: è possibile ammirare il Lago Maggiore, con le isole borromee e l'abitato di Baveno, il Lago di Mergozzo, e le montagne che li circondano. Per raggiungere questo balcone panoramico naturale si percorre il sentiero che parte dalla località Tranquilla ad Oltrefiume (Baveno) e si seguono le indicazioni per il Monte Camoscio (un'ora e mezza di ripida salita), inizialmente lungo quello che fu il sentiero dei Picasass. Dopo meno di mezz'ora di cammino si incontra infatti, in una radura nel bosco, un'installazione paesaggistica sulla vita e il lavoro dei Picasass, i cavatori e scalpellini del granito rosa di Baveno. Grandi blocchi di granito rosa ed altre varietà lapidee del territorio sono proposti in diversi stadi di lavorazione e affiancati da sagome a grandezza naturale con scene di lavoro e scalpellini all'opera, ricavate dal repertorio di fotografie d'epoca raccolto dal Museo Granum. Da qui ci sono due alternative per raggiungere la cima del Monte Camoscio: la via ferrata, inaugurata nel 2016 dalla sezione Cai di Baveno, o il sentiero M3 per il Camoscio e il Mottarone.
[fonte ]

Alla scoperta della Pieve di San Martino a Gattico

Appena fuori dall'abitato di Gattico, ai margini di una zona boschiva, si trovano le rovine della Pieve di San Martino: si tratta dei resti di una chiesa a tre navate con tre absidi semicircolari, sei arcate sorrette da grossi pilastri quadrati e, in facciata, un archivolto trapezoidale sovrastato da lunetta semicircolare. La chiesa venne abbandonata in seguito ai danni subiti, forse a causa di un incendio. Parte delle sue pietre vennero utilizzate nel 1630 per la costruzione del campanile della chiesa di San Cosma e Damiano.

Per raggiungerla è possibile seguire l'itinerario proposto da Itinerarium, che porta anche al Sass Malò, un imponente masso erratico. Questi grandi blocchi di roccia, chiamati anche massi delle streghe, venivano trasportati a fondovalle dai ghiacciai che ritirandosi lasciavano questi enormi detriti a ridosso di tutto l’arco alpino.
[Fonte www.comune.gattico-veruno.no.it e itinerarium.it - foto Atl Novara]

In visita al museo civico di Oleggio

La (ri)scoperta del nostro territorio passa anche dai musei civici che si trovano nel novarese. Tra questi, c'è il museo civico archeologico etnografico di Oleggio, che custodisce al suo interno la "storia" della città e del territorio circostante e che con una collezione di oltre 200mila pezzi e circa 60 ricostruzioni di ambienti è il più grande museo etnografico della provincia di Novara.
Secondo quanto riportato dal sito dell'Atl, L’edificio che ospita il museo ha origini antiche: l’ex convento dei frati francescani, poi divenuto sede vescovile e asilo comunale, è il risultato di più interventi di ristrutturazione databili dal XVII al XX secolo. Si sviluppa attorno al chiostro rettangolare e porticato su tre lati; l’ala meridionale, che al piano terra ospita la biblioteca civica è un rifacimento ottocentesco, mentre il corridoio, a oriente, conserva le volte a crociera secentesche. Il lato occidentale del chiostro è chiuso da una manica vetrata del XX secolo. Il museo è articolato in due sezioni: l’etnografica e l’archeologica. La prima vanta una ampia e preziosa collezione di oltre 200mila pezzi, eloquente testimonianza della vita civile, artistica, artigianale e agricola di un passato strettamente connotato col territorio. Attraverso una sessantina di sale espositive, il visitatore ripercorre gli aspetti della vita di fine XIX e inizio XX secolo e rivive nell’ambientazione e negli arredi le tradizioni e gli usi locali. La sezione archeologica è invece collocata in un’ala ristrutturata del complesso. Fra i reperti provenienti da Pombia, risalenti alla civiltà golasecchiana (VII-V secolo a.C.), si possono ammirare il bicchiere della birra e una splendida collana di ambra. I ritrovamenti della necropoli di Oleggio-Loreto, databili dal II secolo a.C. al IV secolo d.C., documentano la presenza dei Vertamocori, abitanti di origine celtica, e la romanizzazione del territorio. Da segnalare, tra i reperti oleggesi, i corredi dei guerrieri e gli utensili utilizzati nelle attività pastorizie e nella cura della persona.
[Fonte www.turismonovara.it - foto Atl Novara]


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