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Gite fuori porta: tre luoghi da non perdere a due passi da Novara

Dal lago alla montagna, passando per borghi antichi, per godersi l'estate all'aria aperta. Ecco alcune idee per un week end o una giornata lontano dalla città

D'estate, con le giornate più lunghe e le temperature più alte, torna la voglia di stare fuori e di qualche bella gita fuori porta: un pomeriggio al lago andando per giardini, una passeggiata tra le vie di un borgo antico, o un'escursione in montagna per scoprire luoghi unici e incantevoli.

Quando si avvicina il fine settimana, allora, non c'è niente di meglio di una piccola fuga dalla città, per una giornata o un week end da turisti, ma non troppo lontano da casa, tra Valsesia e Vco. Ecco tre idee dove trascorrere una giornata o un fine settimana con amici e famiglia. Tre luoghi da non perdere a poco più di un'ora di auto da Novara.

Un pomeriggio a Villa Taranto a Verbania

Uno dei giardini più importanti d'Italia, conosciuto in tutto il mondo per la ricchezza delle sue collezioni botaniche, è Villa Taranto a Verbania. Il giardino botanico si estende sul versante rivolto a nord-est, sul promontorio della Castagnola, in una posizione non del tutto favorevole che però non ha impedito al capitano del Reggimento reale delle guardie scozzesi di frontiera Neil Boyd McEacharn Watson di creare un magnifico complesso di giardini. La proprietà da lui acquistata d'impulso nel 1931 a Pallanza era nota come villa "La Crocetta" del conte Orsetti, un edificio fatto costruire dal conte omonimo nel 1875 e ceduto nel 1900 al marchese di Sant'Elia; la casa, a tre piani fuori terra più il tetto mansardato e con torretta a guglia di gusto francese, in origine era circondata da un giardino all'italiana popolato di statue e aiuole geometriche che non piaceva per nulla al capitano, che diede subito avvio ai lavori di riammodernamento dell'edificio (ribattezzato così da ricordare il nome di un suo antenato maresciallo che aveva ricevuto da Napoleone il titolo di duca di Taranto) e di trasformazione del giardino sostituendo il disegno formale davanti alla villa con il grande prato centrato dalla fontana, acquistando poi nuovi lotti di terreno limitrofi per allargare la superficie del parco. La maggiore disponibilità di spazio con microclimi vari stimolò l'ampliamento della collezione botanica da inserire nel contesto del parco, che era stato risagomato nel disegno conosciuto oggi grazie alla costruzione di viali carrozzabili e di muri di sostegno in pietra locale a secco, allo scavo della valletta solcata dal ponte, agli sbancamenti di terreno per allestire le terrazze, alla ripulitura del bosco lasciando solo gli alberi migliori come i vecchi castagni. Il capitano morì nella sua casa dopo avere ottenuto di essere sepolto nell'amato giardino e dopo aver donato allo Stato italiano la sua proprietà. I giardini vennero aperti al pubblico nel 1952 ma la villa, che oggi ospita convegni e incontri politici, con la porzione immediatamente circostante di giardino non è visitabile e nemmeno l'area più occidentale del parco dove si trovano gli edifici adibiti a uffici della Prefettura.

[Fonte "Andar per giardini del Lago Maggiore" - Tararà Edizioni]

Val Vogna, in Valsesia: le frazioni Walser e il laghetto della Peccia

La Val Vogna, valle fluviale stretta e incuneata tra le montagne, è attraversata dall’antica strada che per secoli ha collegato Riva Valdobbia con Gressoney e la Francia, luogo di transito di molti emigranti, che per secoli hanno varcato il Colle Valdobbia in cerca di fortuna. Un territorio con una natura selvaggia ma amica, in cui l’antropizzazione si fonde equilibrata con gli elementi naturali. La valle è disseminata di splendidi borghi Walser e da numerosi piccoli oratori di notevole importanza storico-culturale, tra cui l’oratorio di San Grato della Peccia. I primi documenti concernenti gli insediamenti urbani della Valle Vogna risalgono al 1325, nello specifico all’abitato della Peccia, primo nucleo colonizzato da Walser provenienti da Verdobi (Gressoney Saint Jean), località da cui mosse la colonizzazione della Valle Vogna. La valle termina al colle di Valdobbia, dove sorge l’Ospizio Sottile (m. 2480), storico edificio voluto dal canonico Sottile per garantire l’asilo agli emigranti che attraversavano quel colle in tutti le stagioni. Per andare alla scoperta della valle e delle sue frazioni Walser è possibile percorrere un facile e suggestivo itinerario che parte da Cà di Janzo. Da qui si sale a piedi tra le case seguendo il sentiero n.10 e si raggiunge Selveglio (30 min). Si prosegue verso Oro e Cà Vescovo e Rabernardo. Trascurando il sentiero che scende a S. Antonio, si sale a Cambiaveto e si scende verso Peccia (45 min). Si ritorna a Cà di Janzo attraverso una strada sterrata e passando da Sant’Antonio, Cà Verno, Cà Morca, Cà Piacentino (45 min).

[Fonte alagna.it]

Vogogna, il borgo medievale ossolano Bandiera Arancione

Il Comune ossolano di Vogogna ha una storia antichissima, come prova a ovest del paese un'epigrafe romana relativa alla costruzione della strada nel 196 d.C. Fu però nel Medioevo la sua epoca di massimo splendore: tra l'XI e il XIV secolo la piccola Vogogna fu un importante centro fortificato, che controllava l'ingresso nella Valle Ossola, e quindi le vie di comunicazione fra la Svizzera e la Pianura Padana, sino a diventare l'antica capitale dell'Ossola Inferiore. Oggi, esauriti da secoli i suoi compiti strategici, commerciali o bellici, Vogogna è un borgo piemontese tranquillo, con neppure 1800 abitanti, in una bellissima posizione incorniciata dalle montagne sotto il Pizzo delle Pecore (2018 mt.), sede del Parco Nazionale della Val Grande, la più grande area wilderness delle Alpi. Il paese conta diversi edifici religiosi come la moderna chiesa parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù e quella vecchia dedicata ai santi Giacomo e Cristoforo, oltre a numerosi oratori. Principale attrazione di Vogogna è però il Castello Visconteo, costruito nel 1344 in posizione elevata rispetto al borgo e ampliato nel 1449, che fu uno dei fortilizi più importanti dell'Ossola, e che domina il paese. Chiuso al pubblico nel 1970, è stato riaperto nel 1998 dopo un restauro durato 18 anni. All'interno del castello sono state poi realizzate nuove infrastrutture inaugurate nel 2005. Così, finalmente visitabile e fruibile, il castello visconteo è anche sede di eventi, manifestazioni e matrimoni. È gestito dal Comune di Vogogna, proprietario della struttura, mentre uno spazio è in uso al Parco nazionale della Val Grande.

[Fonte bandierearancioni.it]


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